“Berlin 1. I fuochi di Tegel”, Fabio Geda e Marco Magnone
Valutazione: 🌟 🌟 🌟 🌟 🌟
Il Muro di Berlino non è mai caduto.
A Berlino Ovest niente si sa di ciò che accada al di là del Muro, ma nulla fa pensare che la situazione sia differente da quella che i ragazzi della storia devono fronteggiare: un mondo senza adulti. Sì, proprio così: senza adulti. Siamo nel 1978 ed un virus mortale si è velocemente diffuso tra le persone, gli unici immuni sono bambini e ragazzi sotto i 16 anni. Almeno finché la malattia non si manifesti, cosa che accade inevitabilmente con la crescita.
I ragazzi hanno dovuto cavarsela da soli, in un mondo del tutto diverso da quello che conoscevano, in cui c'era sempre qualcuno ad occuparsi di loro, a curarli, a nutrirli. E così, in un mondo senza più elettricità, devono scaldarsi; non ci sono più negozi, ma devono procurarsi il cibo; non c'è più una società, non ci sono più le regole degli adulti... e allora bisogna organizzarsi.
È un romanzo distopico particolare, che non si ambienta in un futuro post-apocalittico, ma in un passato recente che è rimasto cristallizzato: e, per quel che mi riguarda, ciò gli conferisce un certo fascino. È come visitare Berlino prima del 1989. Ai giovani protagonisti mi sono affezionata subito, soprattutto a Jakob, per il suo essere dubbioso, per il suo senso di responsabilità, ma anche a Wolfrun per la sua follia disperata. È inevitabile chiedersi: al posto loro cosa avrei fatto? Con quale “comunità” di ragazzi mi sarei trovata meglio? Sarei stata una leader, come Claudia, o una ragazza sempre silenziosa ma incisiva al momento giusto, come Britta?
Mi sento di consigliare questa storia a chi ama le sfide: qui non mancano; a chi si sente grande: saprà immedesimarsi nei ragazzi; a chi non sa ancora qual è il suo posto nel mondo: qui potrebbe trovare un’ispirazione.
E se il romanzo vi piace… ne avrete per un po’: i libri della saga sono ben sei!
Prof.ssa Silvia Tiribelli
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